Se vi chiedessimo di nominare un bene comune, il primo che vi verrebbe in mente sarebbe probabilmente l’acqua. Un bene comune primario, quale risorsa necessaria e condivisa da tutti i membri di una comunità, in questo caso da tutti gli esseri viventi del pianeta. Non a caso la nostra Terra è anche comunemente detta il Pianeta Blu proprio per la grande quantità presente sulla superficie terrestre e che, appunto, la caratterizza.
Una risorsa, l’acqua, talmente importante da essere ricercata anche su altri pianeti e corpi celesti, perché alla base della vita. Eppure, ancora oggi manca in diverse parti del mondo, nonostante le tecnologie di cui siamo in possesso permettano lo spostamento di grandi risorse fluide, quali petrolio e gas.
E proprio come tali combustibili fossili, nel corso del 2020 anche un bene, invece, libero e inestimabile come l’acqua è stato quotato in Borsa. La triste notizie è passata quasi inosservata sotto l’apparente motivazione di una migliore gestione dei rischi futuri nei mercati delle materie prime essenziali. Fa riflettere quanto l’economia occidentale giochi ancora una volta un ruolo determinante nella nostra società, speculando su beni naturali e ponendosi davanti all’urgenza di garantire l’approvvigionamento idrico per ogni essere umano, ovunque.
Il World Water Day, che dal 1992 ricorre ogni 22 marzo, è stato istituito appunto per portare l’attenzione sull’importante questione dell’acqua nella nostra epoca, con particolare riguardo all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. Da questa attenzione, nel 1997 fu istituito anche il World Water Forum che ha messo in luce come quasi un miliardo di persone non abbia tutt’ora accesso ad acqua pulita. Tale evento, che si tiene ogni tre anni, nell’edizione 2021 si svolgerà in Senegal, a Dakar, e sarà incentrato sul tema della “Sicurezza idrica per la pace e lo sviluppo”, che non può essere che un augurio per il futuro della nostra società umana sullo splendido Pianeta Blu.